I baffi di Frida Kahlo. Ashraf Fayadh, condannato a morte

La parola, la letteratura e l’arte in generale nutrono la mente e le anime. Sono un mezzo per raggiungere la verità, il che significa comprendere, pensare, saper ragionare con tutti i sensi di cui la natura ci ha dotato.

L’arte scatta un’istantanea della realtà ma va, deve andare, ben oltre. Come dice Majakovskij:

L’arte non è uno specchio in cui riflettere il mondo, ma un martello con cui scolpirlo.

Siccome chi ha il potere sui popoli tendenzialmente non apprezza che questi siano formati da esseri umani pensanti e prossimi alla verità, l’ignoranza è la condizione che viene promossa e “premiata”. Tutto ciò che non è ignoranza viene demonizzato in nome dell’ideale più a portata di mano e, dove possibile, condannato a morte.

Il poeta, artista e curatore Ashraf Fayadh, palestinese cresciuto in Arabia Saudita, è stato condannato alla pena capitale. Accusato di apostasia (ripudio della propria religione, l’Islam*) Ashraf è stato arrestato prima nel 2013, poi rilasciato, poi arrestato di nuovo nel 2014 e il 17 novembre 2015 è arrivata la condanna a morte.

Il pretesto è religioso, la causa è una una raccolta di poesie (Instructions within, 2008), la verità è la solita: per interesse (economico, di potere e controllo) si toglie di mezzo chi pensa autonomamente e chi cerca di “scolpire il mondo“. Più lo si fa in maniera cruenta e meglio è: che funga da monito per tutti.

Ecco una delle sue poesie, una delle poche tradotte in italiano. Non è una di quelle per cui è stato condannato, ma è una di quelle che mi ha conquistato.

I baffi di Frida Kahlo

Ignorerò l’odore del fango, il rimprovero della pioggia
e il tormento che da lungo tempo dimora nel mio petto.
Cercherò un giusto conforto per la mia situazione che non mi permette di descrivere le tue labbra come desidero,
non mi permette di far cadere gocce di rugiada sui tuoi petali rossastri,
né placa l’enorme smania che mi tormenta quando comprendo che non sei al mio fianco, ora,
e che non ci sarai neppure quando dovrò spiegare la mia condizione al silenzio…quel silenzio con cui la notte, sempre, mi punisce!
Dimostrami che la terra è silenziosa così come appare da lontano, e che tutto ciò che è accaduto tra noi non era altro che uno sgradevole imprevisto; no, non è possibile sia questa la conclusione!

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Cosa pensi dei miei giorni che ho assassinato senza di te?
Delle mie parole che sono svanite in fretta,
della mia misera condizione,
delle sofferenze oramai sedimentate nel mio petto come alghe secche?
Ho dimenticato di dirti che mi sono abituato alla tua reale assenza,
che i desideri hanno smarrito la strada che li portava a te,
e che anche i ricordi han cominciato a svanire!
Io continuo ad inseguire la luce ma non è desiderio di vedere…le tenebre rimangono spaventose
anche se ad esse ci si abitua!

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Ti bastano le mie scuse?
Le scuse per tutto ciò che accadeva mentre tentavo di giustificarmi
quando la gelosia si agitava in qualche angolo del mio petto,
quando la delusione distruggeva un nuovo giorno della mia triste vita,
quando ti ripetevo che la giustizia avrebbe continuato a soffrire per i dolori del ciclo mestruale,
e che l’amore è come un uomo impotente che sopravvive nell’autunno della vita…

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Sarò costretto ad ingannare i ricordi
e mentirò dicendo che il mio sonno è tranquillo.
Distruggerò tutto ciò che resta delle domande…
quelle domande che han preso a cercare alibi per ottenere risposte convincenti,
dopo che tutta l’abituale punteggiatura è stata fatta crollare
per motivi strettamente personali!

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Chiedi allo specchio di spiegarti quanto sei bella!
Spargi come polvere le mie parole ammassate,
respira profondamente, e ricorda quanto ti ho amata…
Come è possibile che ora la nostra storia sia diventata un semplice contatto elettrico
che stava per incendiare solo un enorme magazzino vuoto!

*Sia chiaro: per me l’Islam è una religione come le altre, strumentalizzata come le altre. Non sono anti-islamica. Sono contro tutto ciò che divide e che non promuove la pacifica convivenza. Peace 🙂 .