Il Bello secondo Baudelaire. Minaj e Cyrus a casa, please

Io ho prestato tanti libri, quasi mai sono tornati indietro. Io ho ricevuto in prestito molti libri, poche volte li ho restituiti.

Quando sento la mancanza di un libro che non tornerà mai più da me, me lo ricompro usato. Nuovo non sarebbe la stessa cosa. È andata così con Diari intimi di Baudelaire (pubblicati postumi nel 1909), che avevo sgraffignato dalla libreria di mio cugino (quello di Patti Smith), prestato al mio ragazzo dell’epoca, che non me lo aveva mai restituito.

Diari intimi è una raccolta di scritti inediti rinvenuti dopo la morte di Baudelaire fra le sue carte. Oggi ho sentito nostalgia di alcune frasi sul Bello che avevo letto fra quelle pagine private.

Ho trovato la definizione del Bello, del mio Bello. È qualcosa d’ardente e triste, qualcosa di un po’ vago, che lascia libero corso alla congettura. Applicherò, se si vuole, le mie idee a un oggetto sensibile, per esempio all’oggetto più interessante nella società, a un volto di una donna. Una testa seducente e bella, una testa femminea, voglio dire è una testa che fa sognare a un tempo – ma in modo confuso – di voluttà e di tristezza; che implica un’idea di malinconia, di lassitudine, persino di sazietà, o un’idea contraria, cioè un ardore, un desiderio di vivere, uniti ad un’amarezza rifluente, come se venisse da privazione o disperazione. Il mistero, il rimpianto sono anch’essi caratteri del bello. […]

Dell’aspetto femminile

Gli aspetti seducenti che fanno la bellezza sono:

L’aria sazia,

L’aria annoiata,

L’aria svanita,

L’aria impudente,

L’aria fredda,

L’aria introspettiva,

L’aria di dominio,

L’aria volitiva,

L’aria cattiva,

L’aria malata,

L’aria da gatto; puerilità, noncuranza e malizia mescolate insieme.

Non poteva che essere bello e maledetto.

Jeanne Duval by Baudelaire