Stamattina ho bevuto due dita di vino di troppo. So che non dovrei perché sto allattando, ma so’ toscana e non provate a levammi il vino perché divento una brutta persona. Non c’è niente di meglio (più che altro: c’è poco, via giù) di un bicchierino di rosso appena prima di mangiare, a stomaco vuoto. Ah sì, si chiama aperitivo.
Comunque, in questo ormai sconosciuto stato di poca sobrietà mi è venuta in mente una delle manciate di righe più grandiose che siano state scritte in questo paese in questo secolo disgraziato.
Lui è un mio idolo da sempre, uno che leggo da quando ero bambina perché le sue opere hanno il pregio di avere tanti di quei piani di interpretazione che vanno bene sempre, a qualunque età.
Sto parlando dell’ultima pagina di Le città invisibili di Italo Calvino. Alla salute!
L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e approfondimento continui: cercare e sapere riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
E in questo, vi dirò, il vino aiuta 😉
La prima foto, Paper City, è un’opera di Maciek Janicki, la seconda è un’illustrazione di Ugo Gattoni.
Silvietta ti adoro
Eh eh eh !! Smaaaack!!
Ma che è sta storia di non bere vino quando si allatta? Io ricordo che a me mamma, nonna e zie varie diecano di bere vino e birra “che fanno latte”, non so quanto sia vero, ma tra fratelli, cugini, nipoti e figli di cugini vari non ho notato che ne abbiamo risentito.
Venendo al resto hai scelto un bellissimo pezzo… da meditarci su.
Sono d’accordo! E infatti un bicchierino me lo faccio sempre… aiuta a meditare!
[…] fa, il 19 settembre 1985, Italo Calvino morì e io non voglio fare molte chiacchiere su questo o quello, desidero solo copiare alcune […]