Lo so che è facile postare qualcosa di Charles Bukowsky. Meno facile è stare zitti o dire qualcosa di non banale su uno degli scrittori più chiacchierati, commercializzati e sputtanati della storia della letteratura moderna. Non dirò niente se non che La più bella donna della città, che apre la strafamosa raccolta di racconti Storie di ordinaria follia. Erezioni, eiaculazioni, Esibizioni (1972), è uno dei miei racconti preferiti, in assoluto.
Non invidierei la vita di Cass. Nel racconto a lei dedicato si vengono a scoprire fatti assai poco piacevoli della bella mezzindiana, ma quanto vorrei che un uomo avesse scritto, o solo pensato, tutto ciò di me, con questo sguardo.
Io, però, non sono così, sono solo una magra e pallida ragazza perbene.
La più bella donna della città inizia così:
Cass era la più giovane e la più bella di 5 sorelle. Cass era la più bella ragazza di tutta la città. Mezzindiana, aveva un corpo stranamente flessuoso, focoso era e come di serpente, con due occhi che proprio ci dicevano. Cass era fuoco fluido in movimento. Era come uno spirito incastrato in una forma che però non riusciva a contenerlo. I capelli neri e lunghi, i capelli di seta, si muovevano ondeggiando e vorticando come il corpo volteggiava. Lo spirito, o alle stelle o giù ai calcagni. Non c’era via di mezzo, per Cass. C’era anche chi diceva ch’era pazza. Gli imbecilli lo dicevano. Gli scemi che non potevano capirla. Agli uomini in genere Cass pareva una macchina da fottere, e quindi non gliene fregava niente, fosse o non fosse pazza. E Cass ballava e civettava, si lasciava baciare dagli uomini, ma, tranne qualche rara volta, quando si stava per venire al dunque, com’è come non è, Cass si eclissava, Cass aveva eluso gli uomini.
L’immagine di apertura post è presa dal film Storie di ordinaria follia diretto da Marco Ferreri nel 1981 con Ornella Muti e Ben Gazzara.
[…] la birretta quotidiana la stappo per te, Charles. Sei, a dispetto di ciò che si dice in giro, un compagno fedele e, in certi sensi, misurato. […]