S’i’ fosse foco… Cecco Angiolieri. Maledetti toscani!

Il più delle volte non ce la faccio ad avere un’attitudine zen. So che dovrei lasciar correre e non prendermela, so che dovrei farmi scivolare le cose addosso, so che dovrei impiegare la mia energia preziosa in altro e non nell’incazzarmi.

Cazzo non ce la faccio!!

Non su tutto. Io so’ rabbiosa, sobollo come un minestrone denso, faccio bolle incandescenti e poi, ma solo poi, scoppio. Deflagro. Perdo il senno spesso e vado giù di mattana pesante. Ho tanti difetti e ho anche questo.

Che vuoi fare la guerra tutti i giorni? Sì cazzo, ti pare che non ce ne siano i motivi??

Dagli stronzi in macchina che non si fermano alle strisce pedonali, a quelli che si lamentano di non avere i soldi e hanno case di proprietà nella Milano cool, dai nostri improbabili politici ai palinsesti tv, da chi parla solo dei chili di troppo, a chi demonizza ciò che non conosce, da chi si ostina a non voler sapere, a chi predica senza bisogno, e l’ingiustizia e la guerra e la morte e il capitalismo e l’autunno e l’inverno che a me fanno cacare, ma cazzo, non ti vuoi incazzare??

Io ho già la giugulare fuori misura massima.

Tutto ciò per presentare una lirica stupenda di un toscano sanguigno che ce l’aveva con tutti: col mondo, con Dio, col papa, con l’imperatore (siamo nel Medioevo) e con i suoi genitori.

Il fatto che sia una poesia comico-parodica non c’inganni sulla perfezione della struttura, delle rime e sull’abbondanza delle figure retoriche utilizzate. Anche se non lo sappiamo, è per questo che suona tanto bene e ci fa sorridere parecchio.

Ed ecco Cecco Angiolieri (Siena 1260-1312) col suo celeberrimo sonetto S’i’ fosse foco, ardereï ‘l mondo.

S’i’ fosse foco, ardere’ il mondo;
s’i’ fosse vento, lo tempestarei;
s’i’ fosse acqua, i’ l’annegherei;
s’i’ fosse Dio, mandereil’en profondo;

s’i’ fosse papa, serei allor giocondo,
ché tutti cristïani embrigarei;
s’i’ fosse ‘mperator, sa’ che farei?
a tutti mozzarei lo capo a tondo.

S’i’ fosse morte, andarei da mio padre;
s’i’ fosse vita, fuggirei da lui:
similemente faria da mi’ madre,

S’i’ fosse Cecco, com’i’ sono e fui,
torrei le donne giovani e leggiadre:
le vecchie e laide lasserei altrui.

Grazie a Millennium Poetry per avermi ricordato le mie origine incazzuse.