Ho letto una volta da qualche parte che noi bianchi europei cattolici, quando andavamo ad esportare la civiltà e il giusto Dio nel Nuovo Mondo, tagliavamo la testa ai bambini indigeni e ci giocavamo a palla.
Il presente è una conseguenza del passato, solo che noi il nostro passato non lo conosciamo ed è per questo che diamo soluzioni facili (le ruspe) ai problemi complessi del presente. Nemmeno quelli che hanno studiato, e che magari ricoprono cariche politiche, lo masticano a fondo quel passato, o comunque non lo accettano. Figuratevi gli analfabeti funzionali (in Italia ci meritiamo il primo posto nella classifica europea, dati OCSE ).
Dicevo: non lo accettano perché è un passato, anche recente fino al presente, horror e terrificante, un ripetuto Olocausto.
Siccome anche io sono abbastanza ignorante (ma umana e accogliente), ho comprato un libro di cui voglio incollare dei pezzi dal primo capitolo, che si intitola L’eredità di sangue del colonialismo. Il libro si chiama Terrorismo Occidentale e lo ha scritto Chomsky insieme a Vltchek. Insomma, ci si può fidare.
ANDRE VLTCHEK
Dalla fine della Seconda guerra mondiale il colonialismo e il neocolonialismo occidentali hanno provocato la morte di 50-55 milioni di persone. In un arco di tempo relativamente breve, si è registrato il maggior numero di stragi della storia; molte di esse sono state perpetrate in nome di nobili ideali come la libertà e la democrazia. Un pugno di nazioni europee o governate da uomini di origini europee fa gli interessi dell’Occidente […] a danno della stragrande maggioranza del genere umano. La morte di milioni di persone è ormai considerata un fatto inevitabile e persino giustificabile. Tutto questo mentre l’opinione pubblica occidentale è sottoposta a una preoccupante disinformazione.
NOAM CHOMSKY
[…] Quando Colombo sbarcò nell’emisfero occidentale, vi abitavano circa 80-100 milioni di persone ed esistevano già forme avanzate i civiltà […]. In poco tempo il 95% di quella popolazione scomparve.
[…] sei milioni di bambini muoiono ogni anno per la mancanza delle più elementari forme di trattamento sanitario, che invece si potrebbero garantire quasi a costo zero.
[…] non a caso George Orwell ha inventato l’espressione “non persone” (Unpeople nel fondamentale 1984, n.d.r. 😉 ). Il mondo si divide tra quelli come noi, ossia “le persone” e le “non persone”, cioè quelli che non contano nulla.
[…] un giovane e bravo storico della diplomazia ha usato l’espressione “non persone” nel suo studio sulle devastazioni dell’impero britannico dopo la Seconda guerra mondiale. A noi occidentali, però, non importa nulla del destino di quella gente. […] Prima si impadronirono delle loro terre e assunsero il controllo dei loro insediamenti, poi li sterminarono. Gli occidentali non se ne curano, non si pongono il problema di cosa subirono quelle popolazioni; anzi, negano la verità dei fatti.
ANDRE VLTCHEK
È sempre stato così, in tutte le regioni del mondo controllate dagli imperi coloniali europei. I campi di concentramento non furono un’invenzione della Germania nazista, bensì dell’impero britannico: in Kenia e in Sudafrica.
[…] Tornando alla questione del colonialismo europeo, l’impressione è che non sia cessato con la fine della Seconda guerra mondiale […], mi sono reso conto, anzi, di quanto si sia radicato, grazie a un uso più sapiente della propaganda e a un modo più accorto di trattare con le popolazioni indigene.
NOAM CHOMSKY
Una tra le peggiori barbarie degli ultimi anni si è consumata nel Congo orientale, dove sono morti tra i tre e i cinque milioni di persone. […] Quelle persone sono state ammazzate dalle milizie, certo, ma dietro quelle milizie ci sono le multinazionali e i governi, che però rimangono nell’ombra.
ANDRE VLTCHEK
[…] dietro ci sono sempre interessi geopolitici ed economici dell’Occidente.
NOAM CHOMSKY
Esatto. Le multinazionali rimangono occulte e si servono delle milizie per massacrare la gente in modo da mettere le mani sul coltan, indispensabile agli occidentali per fabbricare i loro cellulari, e su altri preziosi minerali; è uno sterminio indiretto.
ANDRE VLTCHEK
In Africa i belgi ammazzarono più gente di quanta ce ne fosse all’epoca nel loro paese.
[…] Nel 2011 sono stato a Bruxelles e mi sono imbattuto in moltissime statue di Leopoldo II (colui che sterminò in Africa circa 10 milioni di persone, n.d.r.). In Belgio è ancora venerato; nonostante sia ormai risaputo che le sue politiche in Congo furono genocidiali, persino per gli standard colonialisti europei, è ancora reputato uno degli eroi nazionali.
Gli europei semplicemente ignorano la loro storia. […] I francesi, anche di centrosinistra, si ostinano ad ammirare il generale De Gaulle e a pensare che quello della Francia non sia stato un colonialismo spietato come gli altri. Come se l’Africa, L’Indocina o i Caraibi non fossero mai esistiti. In alcune aree i francesi massacrarono l’intera popolazione autoctona, come nell’isola di Grenada. Chi non veniva ammazzato si lanciava dalla scogliera per non finire nelle loro mani.
Gli occidentali in generale, e gli europei in particolare, mi sembrano molto indottrinati, oltre che ossessionati dalla loro presunta eccezionalità. Molti si considerano degli eletti, eppure ricevono un’istruzione faziosa e consultano solo i loro media, senza darsi la pena di cercare fonti alternative.
Non ho niente altro da aggiungere.