E niente, questa cosa del Necronomicon ha preso anche me. A furia di leggere notizie in ogni dove a proposito di questo libro maledetto non riesco a smettere di pensarci.
Non capisco come mai i Black Sabbath non abbiano pensato a scrivere un concept album sul tema. Ma non voglio divagare, come al mio solito.
È un libro che non esiste e ne abbiamo le prove, d’accordo, ma ora capisco perché in tanti si sono rifiutati di crederci, continuando ad alimentare nel tempo la sua leggenda.
Da una parte Lovecraft ha intessuto intorno al Necronomicon una storia solida, realistica e piena di dettagli, dall’altra si sa che è congenito alla natura umana essere attratta dal malefico e dal misterioso maligno.
Siamo tutti un po’ vittime della fascinazione del male.
Riti magici, formule, lingue sconosciute, demoni e mostri con poteri sovrannaturali, alieni, un passato remoto e inafferrabile, il pericolo e la maledizione, il mondo occulto, un autore pazzo: un bel cocktail per un bestseller di infinito successo.
Dicevo l’autore: l’arabo pazzo Abdul Alhazred, vissuto nell’VIII secolo d. C. fra lo Yemen, l’Iraq e la Siria. Ecco cosa scrive nella prefazione al Necronomicon (tanto per dire: ricordo che è un personaggio mai esistito e che la citazione che segue è tratta da una prefazione inventata e scritta manco da Lovecraft, ma da Gerald W. Page nel 1966):
Ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
gli Antichi Dei han posto i Maledetti
in sonno. E chi manipola i sigilli
e i dormienti ridesta, è maledetto anch’egli.
E dico ancora: qui chiuse son le cabale
in cui s’asconde il torbido potere
d’infrangere i sigilli millenari
che serrarono Cthulhu e la sua orda. Ho speso
tutta la vita per vita per delucidarle.
La notte s’apre sull’orlo dell’abisso.
Le porte dell’inferno sono chiuse:
a tuo rischio le tenti. Al tuo richiamo
si desterà qualcosa per risponderti.
Questo regalo lascio all’umanità:
ecco le chiavi.
Cerca le serrature; sii soddisfatto.
Ma ascolta ciò che dice Abdul Alhazred:
per primo io le ho trovate: e son matto.
(Gerald W. Page, Prefazione al Necronomicon, 1966)
Lovecraft scrisse una Storia del Necronomicon nel 1927, per dare sostanza alla sua invenzione, riassumo i punti più stuzzichevoli:
- il titolo originale in arabo è Al Azif e identifica il suono che fanno gli insetti di notte, che si credeva fosse il linguaggio dei demoni
- Alhazred lo scrisse a Damasco, dove morì, pare, dilaniato in pieno giorno da un mostro invisibile sotto lo sguardo di testimoni inorriditi
- Alhazred trovò, fra le rovine di un villaggio che non si può nominare nella penisola araba, le cronache di una razza antecedente a quella umana
- Alhazred non era musulmano, ma adorava delle divinità sconosciute: Yog e Cthulhu
- il libro circolò ampiamente in lingua originale, poi fu tradotto in greco, ed ecco qui che nasce il nome Necronomicon (Il libro delle leggi che governano i morti), e successivamente in latino, in due versioni: una stampata in Germania e una in Spagna. Fu messo all’indice e distrutto varie volte, mentre i suoi influssi provocavano comunque eventi indicibili. Fu tradotto anche in inglese, ma questa versione non vide mai la stampa. Lovecraft infarcisce tutta questa parte della storia, dedicata alle traduzioni e alla diffusione del libro, con molti particolari pseudoeruditi del tutto verosimili
- esistono delle copie custodite al British Museum di Londra, alla Bibliothèque Nationale a Pagrigi, alla Widener Library ad Harvard, alla biblioteca della Miskatonic University ad Arkham e all’università di Buenos Aires
- pare che anche altre copie siano in possesso di privati, ad esempio di un miliardario americano e della famiglia Pickman di Boston
- tutte le religioni hanno messo all’indice il Necronomicon e la sua lettura provoca conseguenze terribili
Questo, più le informazioni che ha inserito in vari racconti del Ciclo di Cthulhu, è quello che si è inventato Lovecraft sul Necronomicon. Ma non finisce qui, anzi: autori, editori e appassionati hanno alimentato in vari modi la leggenda. Tipo:
- c’è chi ha scritto la recensione di una traduzione parziale in inglese dell’opera (solo 300 pagine sulle originali 900 e oltre). Tanti capitoli sono stati omessi dal traduttore per motivi di sicurezza, ci assicura il recensore!
- il titolare di una libreria antiquaria di New York inserì il Necronomicon a catalogo, con tanto di descrizione e prezzo (900 dollari nel 1941): rifiutava le offerte che arrivavano per l’acquisto dicendo di essere in trattativa con una università estera…
- un giornalista del mensile americano Sir! ne parlò in un articolo a proposito dell’utilizzo della pelle umana (pare infatti che il libro abbia la copertina in pelle umana e sia scritto col sangue…)
- un famoso disegnatore francese (Philippe Druillet) disse di aver ritrovato e copiato alcune parti del libro, che fece pubblicare su varie riviste
- un corrispondente di Lovecraft dichiarò l’imminente pubblicazione del testo integrale in francese da parte di una nota casa editrice; mise in giro la notizia che un microfilm dell’opera fosse custodito nei sotterranei del Vaticano, in una cella segreta; non si accontentò: riferì di strani incidenti accaduti all’Università di Buenos Aires, dopo la lettura di alcuni passi a voce alta
- nel ’62 la più nota rivista americana in materia aveva anche il Necronomicon nella lista dei libri in vendita (la copia della Miskatonic University) e fino a circa 30 anni fa c’era una scheda del libro nel catalogo della Biblioteca dell’Università della California
- lo scrittore inglese Colin Wilson la fece grossa: disse di aver saputo che Lovecraft aveva trovato il Necronomicon (una copia tradotta in inglese) fra i libri di suo padre, un membro della Massoneria di Rito Egizio fondata da Cagliostro. Ovviamente Lovecraft usò il libro nei suoi racconti, Wilson riporta, ma disse di averlo inventato per non screditare il padre. L’autore inglese scrisse a sua volta un Necronomicon, usando degli estratti dai racconti di Lovecraft mischiati a brani di magia nera di sua invenzione. Funzionò: molte associazioni di appassionati di occulto dichiararono di aver messo in pratica i riti del libro con gran successo!
Insomma, quella del Necronomicon è una storia affascinante da morirci, letteralmente.
L’immagine in apertura è di Philippe Druillet.
Riferimenti
Magia Pratica Volume 4, Jorg Sabellicus, Edizioni Mediterranee (per la traduzione della prefazione)
I Racconti del Necronomicon, cura e traduzione di Gianni Pilo, e-Newton Classici