Parlavo dello sfogliare a caso come azione rivelatrice. Quando sfoglio un libro cerco delle risposte. Sono una professionista, io: interrogo il caso attraverso l’aria mossa dalle pagine.
Stamattina ho scelto le poesie di Ingeborg Bachmann e la risposta l’ho trovata. Non mi ha consolato, ma era la verità.
la Bachmann era una che di verità se ne intendeva. In una delle ultime interviste, nel 1973, disse:
[…] l’ individuo in questa società, in questo mondo, alla fine si dice che muore, ma questo non è vero perché ognuno di noi alla fine è stato ucciso.
Ecco la poesia, che si intitola Messaggio (che casualità, eh?):
Dall’atrio celeste, tiepido di salme, spunta il sole.Non gl’immortali sono lassù,bensì i caduti, apprendiamo.E lo splendore non si cura della corruzione. La nostradivinità, la Storia, ci ha riservato un sepolcroda cui non vi è resurrezione.
Ingeborg, ti vedo fumare da sola per le strade di Roma e di Klagenfurt. A muovere l’aria.
Riferimenti
Ingborg Bachmann, Poesie, Poeti del nostro tempo, TEA
Immagine 1: Di Neithan90 – Opera propria