Al secondo anno di università frequentavo un corso di teatro che ho puntualmente abbandonato grazie alla mancanza di talento, all’incostanza e alla pigrizia. Ma del buono è rimasto.
Una volta ho dovuto imparare a memoria un monologo a piacere. Io ho scelto questo, tratto da Falso Movimento (1975) di Peter Handke, sceneggiatura del film omonimo diretto da Wim Wenders. Il protagonista, Wilhelm*, sta partendo per il suo viaggio, e quello che segue è ciò che gli dice la madre per salutarlo.
Sono abbastanza certa che la vostra mamma non vi avrebbe parlato così. La mia, invece, forse sì. Avrebbe però aggiunto: E mangia, un mi fa’ incazza’, che sei ridotta un lumicino.
Non posso darti nessun insegnamento, perché io stessa non ho mai imparato niente dalla vita. Tutt’al più potrei dirti: mangia un pasto caldo al giorno, oppure: non dimenticare di lavarti i denti. Ma una cosa devi assolutamente impararla: non devi mai farti imporre niente da nessuno. Altrimenti diventerai estraneo a te stesso, e anche gli altri resteranno per te sempre qualcosa di indefinito. Devi sempre sapere quello che fai e perché lo fai, e devi sempre sentirti a tuo agio con te stesso, anche a costo di essere perfido. So bene che puoi essere perfido, caro Wilhelm. Non penso solo alle farfalle sul muro di casa a cui sparavi con gli elastici, o al gatto che hai continuato a picchiare finché non ti ha fatto abbastanza pena da poterlo ammazzare di botte in buona coscienza. E non farti intimidire se qualcuno ti dirà che la tua vita è inutile e ti consiglierà una professione seria come il falegname o il medico: sai, tutte le persone che hanno delle attività ben definite mi fanno pensare a lumache rimaste a seccarsi sull’erba tagliata troppo corta. Datti da fare, ma non porti dei limiti. Mi torna in mente quella volta che, da bambino, ti volevi arrampicare su un albero e non venivi più via. Rimanevi aggrappato alle radici anche dopo averle prese sode, e alla fine ti ho aiutato io a salire. Tieni il biglietto.
Molto weird, molto Handke.
Recentemente ho letto “La donna mancina” di Handke, mi è piaciuto anche se non entrerà nell’Olimpo dei miei autori preferiti. Lo conoscevo grazie al film “Il cielo sopra Berlno”, alla poesia iniziale dello stesso, ma penso che dovrò approfondirlo con altre letture. 🙂
Die linkshaendige Frau! La donna mancina l’ho letto anche io! Che bello incontrare gente che ha letto qualcosa di così poco conosciuto da noi! Se posso consigliarti una cosa davvero particolare, prova con “Insulti al pubblico” … prima o poi scriverò un post su questa opera!
Certo che puoi consigliare, prendo nota. 🙂
Concordo, è stimolante trovare altre persone che hanno letto qualcosa di affine, ma anche curiosare alla ricerca di libri “nuovi”. Personalmente, con le mie pseudo-recensioni cerco proprio di incuriosite qualcuno, così come accade a me con gli articoli altrui. 🙂
Abbiamo intenti comuni allora! bene!