Avrò avuto una decina d’anni. Grassoccia, curiosa. Andavo spesso a casa di mia zia e, quando ero là, rovistavo sempre in camera dei miei cugini in cerca di fumetti o cose così. Avevo tre cugini maschi, più grandi di me di parecchio.
Un giorno mi capita in mano un libretto smilzo con la foto di una ragazza che mi attirò. Non era un’immagine rassicurante. Lei era troppo magra e non bella. Era un libro di poesie, lo aprii sfogliandolo velocemente a caso e mi soffermai sul titolo Sally, come Sally Brown dei Peanuts.
Quella poesia mi turbò. Più delle pagine di Frigidaire che ogni tanto leggevo, sempre nascosta in camera dei miei cuginoni. Parlava di lividi e biancheria intima strappata, di liquidi. Mi schifai e corsi via.
Forse (ma forse no) era un po’ prestino per leggere le parole di Patti Smith. Era l’edizione italiana della sua prima raccolta di poesie, Seventh Heaven, uscita in America per la Telegraph Books nel 1972. Patti non era ancora una musicista famosa.
Sally è tratta da questa raccolta, che ho comprato l’anno scorso su Ebay, quando mi sono ricordata di quel giorno da mia zia, mentre cercavo fumetti.
Sally
Oh no. Non posso crederci sally.
Oh devo accusarti sally.
Ci sono graffi sui tuoi ginocchi
dove sei stata tutta la mattina
penso che tu sia andata giù
al roveto piccola
e forse qualcuno era con te
ci sono pruni nei tuoi capelli
devi esserti rotolata fra le rose selvatiche
io penso che sei andata giù
al roveto sally
uno spino ti si è conficcato nella spalla
Il sole del mattino sta sorgendo
Venere non è mai stata così chiara
e tu hai giocato
con la dea dell’amore
dai vieni qui ora
fammiti dare un’occhiata
solo un’occhiata
hai lividi dappertutto
hai lividi dappertutto
hai sterpaglie fra i capelli
hai dei graffi sui ginocchi
oh è facile capire
te la sei spassata in giro sally
ma non te la sei spassata con me
mutande strappate
mutande strappate
e liquido tutto nel tuo vestito
te lo sei strappato con qualcuno
penso che faresti bene a confessare
penso che faresti bene a confessare
Sally in lingua originale:
Sally
Oh no. I cant believe it sally.
Oh I must accuse you sally.
Theres scratches on your knees
where you been all morning
I think you been down
to the briar patch baby
and maybe someone was with you
theres brumbles in your hair
you been rolling in roses
I think you went down
in the briar patch sally
a thorns caught in your shoulder
The morning sun is rising
Venus was never so clear
and you been messing
with the goddess of love
come on now over there
let me take a look at you
just look at you
you got bruises everywhere
you got bruises everywhere
you got brambles in your hair
you got scratches on your knees
oh its easy to see
you been messing around sally
and you aint been messing with me
torn pants
torn pants
and juice all down your dress
you been ripping it up with someone
I think you better confess
I think you better confess
La foto in apertura post mostra la copertina dell’edizione italiana del 1979, poesie, edita da Newton Compton Editori.
[…] Kids di Patti Smith è edito da […]
[…] postumi nel 1909), che avevo sgraffignato dalla libreria di mio cugino (quello di Patti Smith), prestato al mio ragazzo dell’epoca, che non me lo aveva mai […]
[…] cugino è un tipo strano. Coltivava rose e leggeva Rimbaud (oltre che Baudelaire e Patti Smith), un bohémien dal fiero orgoglio campagnolo in un minuscolo pesino toscano. In mezzo al nulla. […]
[…] sono Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison. Il libro era del solito cugino, quello di Rimbaud e Patti Smith. Il titolo non lo capivo ma in copertina c’era un flipper e quindi decisi di aprirlo. Non […]
Rape, is the untold word! Or so I had chosen to see it that way. Rape, an issue very close to me (sic). By the way for me she was-is higly sexy.
Come non essere d’accordo??
Rape, is the untold word!
Sai Beni che però ci ho ripensato: a me fa venire in mente di più un piccolo tradimento un po’ inquietante e sporcaccione, ma sexy, come dici tu.