Sciascia Sound System

Spaghetti, mafia, mandolino, ciao bellaSiamo il cliché col quale ci descrivono. Basta che se magna, che ogni tanto famo du’ zompi o ‘namo allo stadio e che ci si senta un po’ fichi ognuno come si può, che poi tutto il resto ma chi se ne frega, sarà mica compito mio?

Che imbarazzo.

Il funerale del boss Casamonica è una storia semplice. Tutti sanno cosa ha significato, tutti sanno che le istituzioni sono conniventi, tutti sanno che tutti stanno facendo scaricabarile e che tutti dicono che nessuno sa. Tutti sanno che sono solo mega balle e tutti sanno cosa si dovrebbe fare. Ma non succederà niente di ciò che sarebbe semplice fare.

Una storia semplice è un poliziesco di Leonardo Sciascia, che bene sapeva come funziona il sistema mafioso e che l’ha meravigliosamente rappresentato in tanti suoi scritti che vorrei copiare integralmente, tanto sono calzanti tematicamente con la deprimente e immobile attualità… e belli da leggere che li vorresti accarezzare all’infinito.

Una storia semplice sarebbe anche un’ottima lettura da ombrellone, se non mi facesse ribrezzo questa definizione. Insomma, leggetelo quando vi pare.

Mi accontento oggi di copiare solo alcune citazioni geniali da varie opere del palermitano Sciascia, vi faranno venire l’acquolina in testa. Bacio le mani.

Da A futura memoria (se la memoria ha un futuro)

[…] direi che il dato più probante e preoccupante della corruzione italiana non tanto risieda nel fatto che si rubi nella cosa pubblica e nella privata, quanto nel fatto che si rubi senza l’intelligenza del fare e che persone di assoluta mediocrità si trovino al vertice di pubbliche e private imprese. In queste persone la mediocrità si accompagna ad un elemento maniacale, di follia, che nel favore della fortuna non appare se non per qualche innocuo segno, ma che alle prime difficoltà comincia a manifestarsi e a crescere fino a travolgerli. Si può dire di loro quel che D’Annunzio diceva di Marinetti: che sono dei cretini con qualche lampo di imbecillità: solo che nel contesto in cui agiscono l’imbecillità appare – e in un certo senso e fino a un certo punto è – fantasia. In una società bene ordinata non sarebbero andati molto al di là della qualifica di “impiegati d’ordine”; in una società in fermento, in trasformazione, sarebbero stati subito emarginati – non resistendo alla competizione con gli intelligenti – come poveri “cavalieri d’industria”; in una società non società arrivano ai vertici e ci stanno fin tanto che il contesto stesso che li ha prodotti non li ringoia.

Da Passato, presente, futuro

Un orologio che va male non segna mai l’ora esatta, un orologio fermo la segna due volte al giorno.

Da Il giorno della civetta

Il popolo, la democrazia […] sono belle invenzioni: cose inventate a tavolino, da gente che sa mettere una parola in culo all’altra e tutte le parole nel culo dell’umanità.

La  chiesa è grande perché ognuno ci sta dentro a modo proprio.

Da Il consiglio d’Egitto

La nostra plebe è abituata a leccare la mano che la bastona e a mordere quella che tenta di beneficarla.

Da Nero su nero

Tutti i nodi vengono al pettine. Quando c’è il pettine.