Non so cosa dire di Alda Merini. Mi inceppo, m’inciampa la lingua, mi vengono in mente cose che mi sembrano solo banali. Che vuoi dire di Alda? Fortunatamente non sono ad un esame e posso dire che solo che Alda Merini è una poetessa a cui voglio bene, come se l’avessi conosciuta.
Familiare, ambigua, accogliente, spaventosa, fragile. Ecco cosa posso dire: Alda mi sembra una donna che non aveva paura di sfiorare i limiti della sua fragilità.
Mi ricordo l’ultima volta che l’ho vista in Tv, non so più dove: una cara immagine che mi devasta e mi rassicura allo stesso tempo. Aveva lo smalto grattato via, un ombretto improbabile e un collo di pelliccia sgarrupato. Mi veniva voglia di piangere ed abbracciarla.
Taccio e copio una sua poesia-ritratto estrapolata dalla raccolta La gazza ladra del 1985.
Alda Merini
Amai teneramente dei dolcissimi amanti
senza che essi sapessero mai nulla.
E su questi intessei tele di ragno
e fui preda della mia stessa materia.
In me l’anima c’era della meretrice
della santa della sanguinaria e dell’ipocrita.
Molti diedero al mio modo di vivere un nome
e fui soltanto una isterica.
E che vuoi dire di Alda? Che ci manca, dal 1 novembre del 2009.