Per questo post ho scelto prima la foto* di tutto il resto. Penserete che sia così perché ho poco da dire. Infatti farò subito click su paste e incollerò qui il discorso del saggio maiale Vecchio Maggiore, tratto da La fattoria degli animali di George Orwell.
Solo un secondo: Vecchio Maggiore è un maiale anziano, molto rispettato da tutti gli animali della fattoria. Apre loro gli occhi e li ispira a tal punto che gli animali riescono a cacciare gli uomini e a stabilire una società che vive e lavora secondo i principi marxisti.
Purtroppo però gli stessi maiali, promotori della rivoluzione, prenderanno il potere e imporranno ai loro simili una nuova dittatura, alleandosi addirittura con gli uomini.
Solo un altro secondo: questa favola allegorica rappresenta in maniera dolorosamente realistica le dinamiche della società nella gestione del potere. Lo fa talmente bene che mi sciocca.
Cioè: non sono stupefatta dal significato politico del romanzo (sia i personaggi che la storia hanno riscontri precisi nel periodo della Rivoluzione russa e del totalitarismo di Stalin). Sono allibita da come un uomo possa avere concretizzato in un pugno di pagine una storia così semplice e perfetta, come abbia fatto a infondere in così tanta brevità e chiarezza l’assoluta Verità.
Giuro, ho finito: Orwell è lo scrittore che rispetto di più ❤ , in un’altra vita vorrei che fosse lui a rimboccarmi le coperte la sera.
L’uomo è la sola creatura che consuma senza produrre.
Egli non dà latte, non fa uova, è troppo debole per tirare l’aratro, non può correre abbastanza velocemente per prendere conigli. E tuttavia è il signore di tutti gli animali.
Li fa lavorare e in cambio dà ad essi quel minimo che impedisca loro di morir di fame e tiene il resto per sé. Il nostro lavoro coltiva la terra, i nostri escrementi la rendono fertile, eppure non uno di noi possiede più che la sua nuda pelle.
Voi, mucche che vedo davanti a me, quante migliaia di galloni di latte avete dato durante lo scorso anno? E che ne è stato di quel latte che avrebbe dovuto nutrire vigorosi vitelli? Ogni sua goccia è andata giù per la gola del nostro nemico.
E voi, galline, quante uova avete deposto in un anno e quante di queste uova si sono dischiuse al pulcino? Le restanti si sono tutte mutate in danaro per Jones e i suoi uomini.
E tu, Berta, dove sono i quattro puledri che hai portato in grembo e che avrebbero dovuto essere il sostegno e il conforto della tua vecchiaia? Ognuno di essi fu venduto al compiere di un anno e tu non li rivedrai mai più. In cambio dei tuoi quattro parti e di tutto il lavoro dei campi, che cosa hai avuto se non una scarsa razione e una stalla?
E neppure avviene che la misera vita che conduciamo abbia il suo corso naturale. Non mi lamento per me, é io sono tra i fortunati. Ho dodici anni e ho avuto più di quattrocento figli. Questa è la naturale vita di un maiale. Ma nessun animale sfugge infine al coltello crudele.
Voi, giovani lattonzoli che mi sedete dinanzi, voi tutti entro un anno griderete per il fuggir della vita. A questo orrore ciascuno di noi deve giungere: mucche, porci, galline, pecore; tutti. Persino i cavalli e i cani non hanno miglior destino. Tu, Gondrano, il giorno stesso in cui i tuoi possenti muscoli avranno perduto la loro forza, sarai venduto da Jones all’uomo che ti taglierà la gola e farà bollire la tua carne per darla in pasto ai cani da caccia. Quanto ai cani, allorché diventano vecchi e senza denti, Jones lega loro una pietra al collo e li annega nel più vicino stagno.
Dunque, compagni, non è chiaro come il cristallo che tutti i mali della nostra vita nascono dalla tirannia dell’uomo? Eliminiamo l’uomo e il prodotto del nostro lavoro sarà nostro. Prima di sera potremmo divenire ricchi e liberi. Che fare dunque? Lavorare notte e giorno, corpo e anima per la distruzione della razza umana! Questo è il mio messaggio a voi, compagni: Rivoluzione! […].
* La foto si ispira alla copertina di Animals dei Pink Floyd.
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